Io non compro più speranza

Creazione radiofonica di fiction musicale
un progetto di David Liver e Jonathan Frigeri

"A poem makes a fetish of its memorability. It does this because the one unique thing about our art is that it can be carried in your head in its original state, intact and perfect." Don Paterson

Io non compro più speranza è un dramma musicale a puntate. Basato sulla vera storia di un poeta improvvisato copywriter per guadagnarsi da vivere. Ognuna delle capsule sonore lo vede alle prese con la scrittura pubblicitaria radiofonica, costretto ad un ritmo di produzione vertiginoso proporzionale solo al valore di questi spots da due soldi. La sua esperienza e i suoi archivi saranno i materiali indispensabili per questa scrittura.
Attraverso una serie di 10 "sketches" di 90 secondi, il progetto gioca sul doppio registro della poesia e del linguaggio pubblicitario, mettendo in discussione le nozioni di genere e formato attraverso. Io non compro più speranza traduce il processo di scrittura ponendo l'ascoltatore nella voce mentale del copywriter, mettendo l'accento sulle associazioni d'idee alla ricerca dell'immagine linguistica più convincente. La voce off si trasforma progressivamente attraverso un sistema di contrappunto sonoro, culminando nell'espressione immaginativa dello spot definitivo.
Questa è l'occasione per porre uno sguardo sensibile al mondo del lavoro creativo: la sua realtà, i suoi momenti di grazia e la sua assurdità.

Io non compro più speranza prende in prestito il suo titolo alla frottola scritta da Marchetto Cara nel 1504. Potrebbe essere necessario ricordare che la frottola - o menzogna - è la prima forma di poesia cantata, una forma popolare e semplice, nata in L'Italia in risposta alla musica religiosa del XIII e XIV secolo.
Nonostante l'ambiguità del suo formato Io non compro più speranza tenta di rimanere fedele al genere della frottola, popolare e accattivante, evocando l'incontro del copywriter con il poeta e il trovatore.